Progetto espositivo “Joan Miró. È quando sogno che vedo chiaro”
Visivalab ha prodotto integralmente una mostra inedita su Joan Miró, con l’obiettivo di fornire una nuova prospettiva sull’opera e sulla figura dell’artista universalmente conosciuto. Con il titolo Joan Miró. È quando sogno che vedo chiaro, la mostra propone una rilettura dell’opera dell’artista in chiave ecologica, evidenziando l’assoluta attualità dei grandi temi di Miró nell’epoca della crisi climatica, dei nuovi autoritarismi e dell’intelligenza artificiale.
Il progetto è diventato realtà grazie alla Regione Valle d’Aosta, al sostegno di Josep Massot (biografo mondiale dell’artista) nel comitato scientifico, al lavoro curatoriale di Josep Maria Camps e al project management di Paula Seré (co-fondatrice di Visivalab). La regione italiana ha un legame speciale con l’artista, al quale ha dedicato questa terza mostra e per la quale ha impegnato gli spazi recentemente rinnovati del Museo Archeologico Regionale. La mostra, inaugurata il 28 aprile e visitabile fino al 1° ottobre, coincide con la commemorazione del 130° anniversario della nascita di Miró e del 40° anniversario della sua morte.
CLIENTE Regione Autonoma Valle d’Aosta
ANNO 2023
CARATTERISTICHE
- Progetto espositivo e montaggio
- Coordinamento del team di lavoro e del comitato scientifico
- Elaborazione del concept curatoriale e dello storytelling
- Coordinamento della campagna prestiti
- Gestione trasporti opere d’arte e assicurazioni
- Installazioni digitali con monitor 4K
- Proiezioni e stazioni video con monitor tattili
- Regia e montaggio delle interviste
- Ricostruzione di un’opera effimera
- Disegno grafico e identità visuale
© Stefano Venturini
Progetto
La natura universale dell’artista ci ha posto di fronte a una sfida significativa quando si è trattato di sviluppare una mostra senza precedenti. Tuttavia, con questa mostra siamo riusciti a fornire una nuova prospettiva incentrata sulla dimensione ecologica dell’arte di Miró, un pioniere per il suo tempo, che ha compreso l’importanza di recuperare il legame con la natura e la sua conservazione per la sopravvivenza umana.
Come Visivalab ci siamo occupati dell’intera totalità del processo espositivo in un lavoro straordinario in stretta collaborazione con tutte le figure coinvolte: curatori, conservatori, accademici, Musei, istituzioni, prestatori, persone che hanno lavorato con l’artista e che hanno rilasciato interviste inedite, tecnici e trasportatori di opere d’arte. Parallelamente, abbiamo lavorato alla realizzazione della mostra, dal coordinamento della campagna di prestiti, nonché alla narrazione, alla progettazione del percorso, alla grafica, alla produzione e all’allestimento della mostra.
Fin dall’inizio del progetto, abbiamo partecipato alla creazione del team di lavoro e del comitato scientifico della mostra, insieme al quale abbiamo lavorato al concetto curatoriale, alla selezione delle opere e alla loro richiesta di prestito alle Istituzioni. Tra i compiti gestionali svolti, ci siamo occupati della comunicazione con i prestatori e abbiamo coordinato l’assunzione di specialisti per il trasporto, nonché l’assicurazione dei pezzi.
© Stefano Venturini
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Tra le opere esposte si annoverano 13 dipinti a olio, 8 sculture, 125 incisioni tratte da 13 libri d’artista, manifesti della sua produzione grafica e marionette, che testimoniano la natura interdisciplinare di Miró e la versatilità del suo linguaggio artistico.
Il progetto del percorso si basa sull’idea di alternare questa diversità di linguaggi e formati delle opere esposte con altre testimonianze grafiche che contestualizzano la figura e l’opera di Miró, come fotografie e audiovisivi sull’artista. In questo modo si integra la sua visione soggettiva – rappresentata dalle tele, dalle sculture e dai libri d’Artista – con lo sguardo esterno dei fotografi e dei cineasti con cui ha collaborato per tutta la vita, che hanno documentato il suo percorso artistico e il suo processo creativo quotidiano.
Per ottenere un ritratto ancora più intimo, il team ha intervistato quattro persone che hanno lavorato a stretto contatto con Miró e che hanno vissuto con lui: il nipote Joan Punyet, la fotografo Colita, il regista teatrale e burattinaio Joan Baixas e la già direttrice della Fundació Joan Miró di Barcellona, Rosa Maria Malet. Queste interviste ci aiutano a comprendere il carattere e varie sfaccettature del poliedrico pittore raccontate in prima persona e sono fruibili in varie lingue da ciascun visitatore della mostra.
Inoltre, noi di Visivalab abbiamo ideato e realizzato EsploraMiró, un’app di gamification che propone un percorso coinvolgente e ludico che accompagnerà la mostra fino alla chiusura. Attraverso minigiochi ed enigmi, coinvolge attivamente il pubblico e gli permette di interagire con l’affascinante mondo mironiano.
SVILUPPO DI UN LINGUAGGIO SU MISURA
Di fronte a opere e contenuti di natura così diversa, abbiamo voluto trovare il linguaggio più appropriato per mostrare al meglio ciascuno di essi. Questo si traduce nell’uso di diversi media: proiezioni per gli audiovisivi degli autori, fotografie stampate in grande formato, monitor tattili per visualizzare le interviste e un’infografica cronologica per introdurre la mostra.
In quest’ottica, abbiamo anche cercato di presentare alcune opere di Miró come non sono mai state viste prima, come la Serie di Barcellona (1944), di cui esistono solo cinque copie e due prove d’artista. Per inserirla nella mostra, abbiamo creato un’installazione digitale con quattro monitor 4K che visualizza l’opera in modo innovativo e ci permette di apprezzare i dettagli di ogni litografia singolarmente e dell’intera serie nel suo complesso.
Un altro esempio degno di nota è la replica che abbiamo realizzato dell’intervento che l’artista fece sulle vetrate del Collegio di Architetti a Barcellona, durante la mostra Miró, otro (Barcellona, 1969), distrutto nell’ambito dello stesso atto artistico. Studiando la documentazione esistente, siamo riusciti a riprodurre una copia affidabile di un frammento dell’opera, che è stata stampata in scala 1:1 su metacrilato, un supporto che evoca il materiale originale. Il pubblico potrà così fare esperienza di un’opera effimera che non è durata nel tempo e che è giunta a noi solo attraverso le fotografie scattate quel giorno e il documentario registrato da Pere Portabella, visibile nella stessa sala.
INFORMAZIONI TECNICHE
SOFTWARE
- VueJS
- JavaScript
- HTML
- CSS
- MadMapper
HARDWARE
- Monitori 4K
- Proiettore
- 27” touch screens
- Raspberry Pi
- Garagecube Minimad
ALLESTIMENTO E IMMAGINE COORDINATA
Visivalab si è occupata anche di adattare l’illuminazione esistente nel museo e di costruire gli arredi espositivi, al fine di evidenziare il più possibile i dettagli delle opere, tenendo conto delle loro esigenze di conservazione. Tra questi elementi vi sono le piattaforme di legno su cui sono esposte le marionette grottesche dello spettacolo Mori el Merma (1978), i piedistalli e le vetrine che ospitano le sculture in bronzo e gli “oggetti preparatori” di Miró. Per esporre le custodie originali dei suoi libri d’artista sono state utilizzate urne trasparenti che sporgono dalle pareti delle sale, consentendo di apprezzare la materialità di questi delicati manufatti da ogni angolazione e in tutta sicurezza.
Il pubblico, attraversando le sale, scopre le diverse sfaccettature di questo prolifico artista. Dall’esperienza più intima e umana alla dimensione sociale e all’attivismo del suo lavoro, la produzione artistica di Miró è un luogo di contrasti.
Allo stesso tempo, la grafica della mostra cerca di trasferire questi contrasti alla scenografia stessa dell’esposizione, attraverso l’uso di una forte tipografia e dei colori di Miró, che articolano lo spazio frammentato del museo. L’impatto tipografico, le citazioni testuali di poesie e i vivaci blocchi di colore si intrecciano con le opere, creando un dialogo visivo dinamico che struttura lo sguardo del pubblico su tre livelli: una visione generale di ogni spazio, una visione a media distanza e una visione ravvicinata, che consente una lettura e un apprezzamento più in dettaglio dell’opera.
Questo progetto grafico è stato adattato ai diversi formati di comunicazione e promozione della mostra: il catalogo, i pieghevoli, l’invito all’inaugurazione, i banner per il museo e i post per i social network.
Come immagine rappresentativa della mostra, abbiamo scelto un personaggio del libro dell’artista À toute épreuve (1958), che contiene la tavolozza dei colori di Miró e sintetizza due pilastri fondamentali della sua produzione artistica. Questo essere universale e indeterminato, come tutti i personaggi di Miró, permette a chiunque lo osservi di identificarsi con lui. L’opera mostra anche il legame dell’artista con la natura, come dimostrano gli anelli di crescita degli alberi e le venature delle lastre utilizzate per la stampa xilografica dell’opera.
RINGRAZIAMENTI
La mostra non sarebbe stata possibile senza la collaborazione dei seguenti prestatori:
- Archivo Colita Fotografia
- Archivo Fotográfico Pau Barceló
- Arxiu Històric del Col·legi d’Arquitectes de Catalunya – Fondo Fotográfico F. Català-Roca
- Biblioteca Privata, Mantova
- Centro Documental de la Memoria Histórica de Salamanca
- Ernst Scheidegger Archive
- Es Baluard Museu d’Art Contemporani de Palma
- Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca
- Fundació Joan Miró Barcelona – Fondo Joaquim Gomis
- Harvard Art Museums
- Harvard Film Archive
- Institut del Teatre. MAE- Centre de Documentació i Museu de les Arts Escèniques. Cataluña
- Museo de Bellas Artes de Alicante
- Pere Portabella – Films 59
STAMPA
Joan Miró in mostra ad Aosta
Livemuseum.it
Nueva exposición de Joan Miró en Aosta, Italia
Fundació Miró Mallorca
“È quando sogno che vedo chiaro”. Il Museo archeologico si colora nel segno di Joan Miró
AostaSera.it