ARCHEOROBOT, digitalizzazione della Cloaca Maxima
La Cloaca Maxima di Roma è uno dei più importanti sistemi di drenaggio del mondo antico, fondamentale per il corretto funzionamento della città. Giacomo Boni, che ha ricoperto il ruolo di Direttore degli Scavi del Foro Romano nei primi anni del 1900, ha condotto un’indagine esaustiva della stratigrafia del monumento, compreso uno studio dettagliato di questa intricata rete fognaria.
Il progetto, commissionato dalla Soprintendenza Speciale di Roma, mirava a realizzare un’indagine scientifica che analizzasse lo stato attuale dell’impianto sotterraneo, confrontandolo con la documentazione esistente e rendendolo noto al pubblico. A tal fine, abbiamo progettato un robot dotato di telecamere e sensori in grado di navigare nei condotti più inaccessibili. Grazie all’ARCHEOROBOT, abbiamo raccolto immagini dettagliate e dati ambientali e strutturali sul monumento, che hanno restituito una visione completa e aggiornata di questo patrimonio storico.
CLIENTE Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
PARTNER Indissoluble
ANNO 2012
CARATTERISTICHE
- Modello 3D georeferenziato
- Foto e video in HD
- Raccolta di dati strutturali e ambientali
- Conservazione del Patrimonio
- Digitalizzazione del Patrimonio Archeologico
- Diffusione del Patrimonio Culturale di Roma Antica
Progetto
ARCHEOROBOT è uno strumento appositamente progettato per l’esplorazione di siti archeologici remoti e inaccessibili, dove le dimensioni limitate, le condizioni ambientali o le rigide misure di sicurezza rendono impossibile l’ingresso dell’uomo.
Proprio per questo motivo il robot è molto compatto: misura 42 cm. di lunghezza e pesa solo 5 kg. Tuttavia, il suo telaio trasparente è abbastanza grande e robusto da ospitare tutti i dispositivi necessari. Tra questi, ci sono tre telecamere HD che catturano immagini e video dei dettagli costruttivi, della struttura e dei materiali del monumento. Inoltre, i suoi sensori consentono la raccolta di dati topografici che conducono una scansione tridimensionale della rete e valutano l’umidità, i livelli di gas e le fluttuazioni di temperatura. Infine, il robot è dotato di cinque processori che facilitano l’analisi dei dati in tempo reale dalla cabina di controllo.
Il risultato è un modello topografico 3D georeferenziato della Cloaca Maxima e dei condotti adiacenti, che fornisce una visione panoramica delle sue caratteristiche e del contesto ambientale e strutturale. Queste conoscenze sono essenziali per il processo decisionale scientifico volto a migliorare la conservazione del monumento, che è già chiuso a causa del rischio di crollo.
La cabina di controllo è stata installata sulla superficie del Foro, centralizzando ed elaborando i dati raccolti con un software specifico. L’analisi è stata condotta in stretta collaborazione con i partner e la Soprintendenza. L’installazione consisteva in una struttura in policarbonato con il volume di un dodecaedro. Durante il periodo di digitalizzazione, questa figura è diventata parte del Foro Romano, illuminandosi di notte insieme ai monumenti circostanti.
DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO
ARCHEOROBOT, insieme ad ARCHEOLECTIO, sono due pietre miliari che contribuiscono in modo significativo alla dematerializzazione del patrimonio archeologico e documentario del Parco Archeologico del Foro Romano. Attraverso la digitalizzazione, il prezioso patrimonio scientifico e storico viene messo a disposizione del pubblico, ottenendo al contempo dati scientifici e tecnici che ne garantiscono la tutela e conservazione nel tempo.
STAMPA
Entre la realidad y la memoria
National Geographic
I segreti della Cloaca Maxima: viaggio nelle viscere di Roma
Il Messaggero